Investire in Brasile: Panorama Generale 2018.
Il mercato interno ha registrato un aumento della fiducia degli imprenditori che vogliono investire in Brasile grazie all’aumento del Pil reale di circa 1,5 punti percentuali. Altro fattore da tenere in considerazione è l’elezione del nuovo Presidente Jair Bolsonaro nell’Ottobre 2018 che si spera possa, nei prossimi 4 anni, realizzare quelle riforme strutturali che tanto ha bisogno il Paese.
La recente dinamica della rivalutazione della moneta brasiliana ha reso più favorevole l’equilibrio dei rischi per l’inflazione. Con l’inversione di tendenza del tasso di cambio dollaro-real ci sarà un forte calo dei prezzi
del carburante. Probabilmente anche i prezzi dell’energia caleranno visto il maggior volume di precipitazioni.
Nell’anno l’inflazione reale ha confermato le stime al 4% e per il 2019 l’inflazione è prevista al 4,5%, leggermente superiore all’obiettivo iniziale (4,25%). In questi due l’aumento del prezzo dei generi alimentari ha rappresentato una parte significativa dell’inflazione in questi due anni; gli indicatori economici principali mostrano valori in linea con le aspettative del 2019.
Lo scenario più favorevole all’inflazione dovrebbe consentire alla Banca centrale di mantenere il tasso di interesse di base invariato al 6,50%. Questo valore favorirebbe gli investimenti e conseguentemente l’attività economica.
Recupero dell’attività economica
Nel 2018 i principali indicatori economici mostrano un lento e graduale processo di ripresa della crescita. Sebbene la produzione industriale abbia registrato un avanzamento inferiore a quello previsto dalla maggior parte degli analisti di mercato, in crescita del 0,9% rispetto all’anno precedente, l’espansione del commercio al dettaglio ed il settore dei servizi hanno sorpreso positivamente, crescendo rispettivamente del 2% e dell’1,5%, rispetto all’anno 2017.
Qual è lo scenario futuro?
Lo scenario per il 2019 è ancora molto incerto, ma ottimistico. La principale sfida, dal punto di vista macroeconomico che il Brasile dovrà affrontare è la grave situazione fiscale. Nonostante la vivacità dei conti pubblici di quest’anno il deficit è ancora molto alto. Inoltre, il debito pubblico è ad un livello più alto rispetto ad altri Paesi Emergenti (rispetto all’Italia il debito è meno della metà) e dovrebbe continuare a crescere, senza prospettive di stabilizzazione nei prossimi anni. Solo una forte correzione della politica fiscale ripristinerà la solidità dei conti pubblici necessaria per la ripresa della crescita sostenibile.
Lo scenario futuro per l’attività economica dipende da fattori sia internazionali che nazionali. La crisi economica in Argentina, uno dei principali partner commerciali, porterà impatti negativi sull’industria manifatturiera e sulle esportazioni, in particolare nel settore utomobilistico. Le esportazioni di veicoli, informazioni rilasciate da Anfavea, sono diminuite del 20% nel 2018, con un declino mensile costante. Dal punto di vista interno, l’attività economica dipende in larga misura dalla condotta dell’agenda di riforma fiscale necessaria per bilanciare i conti pubblici del Paese e la conseguente ripresa della fiducia delle imprese e dei consumatori.
La crisi economica in Argentina, uno dei principali partner commerciali, porterà impatti negativi sull’industria manifatturiera e sulle esportazioni, in particolare nel settore automobilistico. Le esportazioni di veicoli, informazioni rilasciate da Anfavea, sono diminuite del 20% nel 2018, con un declino mensile costante. Dal punto di vista interno, l’attività economica dipende in larga misura dalla condotta dell’agenda di riforma fiscale necessaria per bilanciare i conti pubblici del Paese e la conseguente ripresa della fiducia delle imprese e dei consumatori.
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