Elezioni Brasile 2018 - IBinvestireinbrasile
Elezioni Brasile 2018 – Nell’ultima domenica di ottobre si è svolto il secondo turno delle Elezioni Presidenziali Brasiliane. Confermando i sondaggi delle ultime settimane il candidato di estrema destra ed ex capitano dell’esercito, Jair Bolsonaro, è stato eletto come nuovo Presidente del Brasile con il Generale Mourao come Vice.
Con più del 55% delle preferenze il Brasile ha sterzato bruscamente e invertito la rotta dopo 16 anni di governi di sinistra.
Era dal 2002 che il PT di Lula, e dopo quello di Dilma, governava il Paese.
Elezioni Brasile 2018 - La Campagna Elettorale
È stata una campagna elettorale atipica, con colpi di scena e situazioni paradossali da entrambi i lati. Bolsonaro è stato accoltellato pochi giorni dopo l’inizio della campagna elettorale e ciò ha potenzializzato notevelmente la pochissima visibilità mediatica di cui, legalmente, avrebbe potuto godere.
In parallelo abbiamo assisitito al pellegrinaggio settimanale del candidato del PT, Fernando Haddad, al carcere di Coritiba dove Lula è inprigionato e da cui prendeva le direttrici e con cui discuteva le strategie da adottare per la campagna elettorale.
Una popolazione stremata dagli scandali di corruzione, dall’ipocrisia della classe politica e dalla costante e sempre maggiore distanza tra i Governanti ed i Governati ha fatto si che il voto di protesta vincesse contro il voto ponderato e riflettutto. I brasiliani hanno votato con la pancia e con la paura mettendo in secondo piano le ideologie ed i pensieri estremi che erano puntualmente difesi dal così chiamato “nuovo”.
Ma di nuovo non c’è molto, Bolsonaro è un vecchio ed assiduo partecipante della politica brasiliana che ha sfruttato il malcontento generale e ha fatto leva sulle paure della popolazione sfruttando temi delicati e controversi.
Un altro tema polemico della campagna di Bolsonaro è stato quello relativo alla letalità delle forze di polizia. Bolsonaro, infatti, ha dichiarato che intende dare all’agente della pubblica sicurezza “l’esclusione dell’illegalità”. Sottintendendo che intende allentare la possibilità di punire gli agenti di polizia che uccidono in servizio. Un altro punto controverso è il progetto di classificare come terrorismo le invasioni di proprietà rurali e urbane. Rimuovendo dalla Costituzione qualsiasi relativizzazione della proprietà privata ed il reindirizzamento della politica dei diritti umani, dando la priorità alla difesa delle vittime di violenza.
Il suo slogan è stato «Il Brasile prima di tutto, Dio su tutti». Una nuova versione del «Dio, patria e famiglia» caro ai regimi militari degli Anni Settanta. Con pochi soldi per la campagna e pochissimo spazio in televisione, ha puntato tutto sulla rete, scommessa felice in uno dei Paesi più connessi al mondo.
Elezioni Brasile 2018 - Cosa Cambierá dal Punto di Vista Economico?
Dal punto di vista economico le proposte del nuovo presidente sono sempre state esposte, difese e spiegate dal neo ministro dell’economia, Paulo Guedes. Il neo ministro, ha sempre sostenuto i principi dei Chicago Boys e del neoliberalismo teorizzato negli anni 70’ negli USA.
L’idea di un’unica fascia fiscale del 20% è stata inizialmente difesa dal guru economico e Bolsonaro ha riaffermato il suo sostegno all’idea, aggiungendo l’esenzione fiscale per chi riceve meno di R $ 5 mila al mese, poco più di Euro 1200.
Elezioni Brasile 2018 - E Adesso?
La grande sfida adesso è decifrare chi è, cosa intende e come realizzerà efficacemente il programma annunciato. Il nuovo Presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, che rompe tutti i paradigmi ed è stato eletto in uno dei più grandi movimenti di rinnovamento mai visto in Brasile. C’è una grande speranza, ma anche molte paure.
Dopo la vittoria, Bolsonaro ha fatto appello per la pacificazione di un Paese che le elezioni lasciano profondamente diviso e si è impegnato con “la Costituzione, la democrazia e la libertà“.
Tutto ciò è molto importante non solo per la Nazione ma per lo stesso Bolsonaro. Il quale ci ha scioccato nel difendere la dittatura e la tortura, cercando di lasciarsi alle spalle la personalità del candidato e assumere quella del Presidente eletto. Un Presidente conciliante e pragmatico come dovrebbe essere e come tutti noi ci auguriamo.
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