Il Brasile aveva iniziato il 2023 con l’aspettativa di un rallentamento della crescita economica. Si stava insediando un nuovo governo, con un programma politico nettamente diverso, i tassi di interesse erano vicini ai massimi da sette anni e diversi fattori di crescita si stavano esaurendo.
Nel primo trimestre dell’anno l’economia brasiliana è stata al centro dell’attenzione, in gran parte a causa dell’incertezza politica. Ma l’incertezza si è trasformata in una sorpresa positiva. La crescita del Pil del primo trimestre, pari all’1,9%, ha superato le aspettative, sostenuta dal boom del settore agricolo, mentre il settore dei servizi si è dimostrato più resiliente del previsto. La disoccupazione è scesa ai minimi degli ultimi otto anni, mentre l’inflazione è ora sotto il 4%, e ciò ha consentito alla banca centrale di avviare un ciclo di riduzione dei tassi. Nel frattempo, le preoccupazioni politiche si sono attenuate.
L’MSCI Brazil ha registrato un rendimento del 15% da inizio anno, al 9 agosto, ben superiore al 7% generato dall’indice MSCI Emerging Markets. Questo dato nasconde la volatilità registrata all’inizio dell’anno, con il mercato in calo del 10% il 23 marzo; da allora il mercato ha registrato un rally di quasi il 30%.
Crescita, inflazione e tassi di interesse
Da inizio anno, le prospettive economiche del Brasile sono notevolmente migliorate, soprattutto nel breve termine.
Le aspettative di crescita del Pil per il 2023 sono state riviste al rialzo da appena lo 0,8% di gennaio a oltre il 2% di oggi. Per quanto riguarda il 2024, nonostante il rafforzamento dell’attività di quest’anno, le aspettative sono rimaste relativamente stabili, con un aumento previsto dell’1,3%.
Come nella maggior parte delle altre economie mondiali, l’inflazione ha subito una forte accelerazione durante la ripresa della pandemia. La banca centrale brasiliana ha adottato un approccio proattivo e ortodosso nell’inasprimento della politica monetaria. Nonostante le significative tendenze disinflazionistiche della seconda metà dello scorso anno, ha mantenuto una politica restrittiva al 13,75% fino a questo mese, quando la banca centrale ha tagliato il tasso di riferimento di 50 punti base, più di quanto previsto. Il comunicato di accompagnamento ha indicato che è in programma un ulteriore allentamento al ritmo di 50 punti base per riunione.
Le preoccupazioni politiche si sono attenuate
L’elezione di Luiz Inácio Lula da Silva alla fine di ottobre dell’anno scorso era destinata a preannunciare un approccio politico molto diverso da quello del suo predecessore, Jair Bolsonaro.
La conseguenza è stata che le prospettive politiche si sono moderate. Ciò dipende in parte dalla proposta di un quadro fiscale, che punta al pareggio di bilancio nel 2024, passando a un avanzo primario dello 0,5% nel 2025 e a un avanzo dell’1% nel 2026. Quest’anno è previsto un deficit primario dell’1,1%, ma potrebbe avvicinarsi al 2% se si tiene conto della spesa aggiuntiva. Il governo intende raggiungere questi obiettivi a lungo termine limitando la spesa al 70% della crescita delle entrate federali registrata nei 12 mesi precedenti.
La sostenibilità fiscale rimane cruciale, con un debito pubblico in rapporto al Pil dell’88%, in crescita nell’ultimo decennio. L’approvazione del disegno di legge è fondamentale per dissipare le preoccupazioni sulla sostenibilità fiscale, almeno per il momento. Infatti, un’importante agenzia di rating ha recentemente rivisto in positivo il rating del debito sovrano del Brasile, citando il miglioramento dei risultati macroeconomici e fiscali. Sul fronte esterno dell’economia, il Brasile ha beneficiato di un raccolto abbondante e per quest’anno si prevede un avanzo commerciale record. Ciò dovrebbe contribuire a ridurre il deficit delle partite correnti, che lo scorso anno si è attestato al 2,9% del Pil. Il miglioramento delle prospettive fiscali e delle partite correnti, insieme a tassi d’interesse reali relativamente elevati e a un allentamento delle preoccupazioni politiche, ha sostenuto il real brasiliano, che da inizio anno è salito dell’8% rispetto al dollaro, al 9 agosto.
Rischi per l’outlook
Le prospettive sono soggette a diversi rischi, positivi e negativi. Come abbiamo detto, la politica e la traiettoria fiscale devono essere monitorate, in particolare l’approvazione del nuovo quadro fiscale. Non si può escludere un potenziale intervento nell’economia e può darsi che la retorica vista nel primo trimestre continui, anche se la politica di fondo rimane un po’ più ortodossa. Il contesto esterno e i prezzi delle materie prime, in particolare le prospettive dell’economia cinese, sono importanti anche per le esportazioni brasiliane. Sebbene un programma di stimolo importante in Cina non sia il nostro scenario di base, tale evenienza sarebbe probabilmente positiva per i prezzi delle materie prime, in particolare per i metalli industriali, che da inizio anno sono stati contrastanti. El Niño è un altro fattore da monitorare, viste le potenziali implicazioni per il settore agricolo e l’inflazione. Una ripresa dell’inflazione potrebbe rallentare o ritardare il ritmo dell’allentamento della politica monetaria.
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